EVA
Il nucleo originario dell’edificio probabilmente risale alla fine del XIX secolo e nasce come mulino. Il complesso che ci appare oggi è frutto della ricostruzione e successive addizioni avvenute nel corso del novecento e in particolare nel secondo dopo guerra. L’edificio mantiene la funzione originaria di molino fino al suo parziale abbandono nei primi anni novanta del secolo scorso.
Il complesso rapporto con il contesto urbano e paesistico emerso dall’indagine storica, determina l’attuale composizione architettonica dei volumi e attribuisce all’edificio un valore socio-antropologico legato alla sua funzione originaria di molino.
Orfano di un primo distratto intervento di ristrutturazione, l’edificio è stato completamente ripensato in corso d’opera.
Le modifiche introdotte in questa nuova fase, sono generate da una lettura complessiva dell’intero organismo edilizio nel suo contesto e tese ad una più coerente interpretazione, al fine di ripristinare il rapporto tra edificio e paesaggio.
L’attualizzazione dell’edificio, allo scopo di ospitare la nuova sede aziendale della E.va. Energie Valsabbia Spa, ha permesso da un lato di accogliere degnamente le contemporanee funzioni aziendali e dall’altro di valorizzare l’edificio storicizzato.
Il progetto è stato pensato per un’attuazione in due fasi distinte, la prima si è limitata all’edificio mentre la seconda si occuperà della resede e quindi del contesto.
All’interno é il corpo scala a generare le direttrici principali sulle quali si orienta l’organizzazione di tutti gli ambienti. Una serie di rampe e passerelle metalliche si articola muovendosi all’interno degli svuotamenti dei solai, con una geometria propria, indipendente dall’edificio contenitore.
Visivamente quindi, il sistema di salita è libero e indipendente dai paramenti murari e le connessioni con l’edificio in muratura sono segnate da portali metallici.
L’edificio originario è stato quindi liberato dalla partizioni interne e interpretato come scatola contenitore, il corpo scala metallico si muove al suo interno indipendente da esso, mentre gli ambienti interni sono realizzati con pareti mobili più o meno trasparenti orientate secondo le direttrici dettate dal corpo scala.
All’esterno, tra degli elementi introdotti con maggior evidenza sull’edificio, ci sono i rivestimenti metallici, completamente opachi o parzialmente trasparenti, hanno lo scopo di scomporre visivamente e funzionalmente il nuovo edificio.
Il corpo principale su 3 livelli, rimarrà intatto così come si presenta oggi, mentre il volume su 2 livelli, più recente, è parzialmente rivestito da reti metalliche che legano e contestualmente scompongono, il tema delle aperture, finestre, prese d’aria, affacci verso l’esterno. La scomposizione delle aperture è funzionale alla nuova vita dell’edificio, dichiarata così anche in esterno, e si pone in continuità con la stratificazione storica secondo la quale si è sviluppato il complesso edilizio. In ultimo il volume a un solo piano già precedentemente appendice, si declina in chiave contemporanea, completamente rivestito in rame con la grande superficie vetrata. Così, seguendo il percorso di ingresso, risulta la stratificazione temporale della composizione volumetrica.
Nella seconda fase sono previsti gli interventi necessari da realizzare all’interno della resede, fondamentali per ristabilire le relazioni tra edificio e paesaggio. L’importanza della resede è dichiarata dalla presenza dell’invaso che raccoglieva l’acqua per alimentare il molino. L’acqua dunque come elemento principale, storicamente funzionale ed evocativo oggi (E.va spa si occupa di energie rinnovabili e realizza anche centrali idroelettriche). La presenza dell’acqua sarà percepita visivamente e acusticamente attraverso il percorso di vasche, entrerà in contatto con l’edificio e con i suoi fruitori ricostituendo quel legame complesso e inscindibile tra uomo, natura e architettura.
E’ di fondamentale importanza evidenziare lo stretto legame tra il paesaggio costruito e quello naturale. Quest’ultimo, fortemente antropizzato nel corso del novecento, ha generato gran parte di ciò che oggi caratterizza il luogo in questione. E’ quindi dovere di chi interviene nel contemporaneo portare alla luce la memoria di quel delicato disegno vernacolare che rischia di venire cancellato da interventi troppo spesso distratti.
info |
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tipologia |
sede aziendale |
localizzazione |
via Bariaga 8, Soprazzocco di Gavardo (BS) |
dati dimensionali |
5650 mq superficie resede |
cronologia |
progetto: settembre 2010 – febbaio 2011 |
importo lavori |
1.000.000 € |
scheda partecipanti |
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progetto |
Massimo Zanelli |
progetto architettonico |
Massimo Zanelli, Luca Matulli |
collaboratori |
Paolo Giannotti |
progetto strutturale |
Ingeo |
progetto impianto termoidraulico |
Roberto Guatta |
progetto illuminotecnico |
Lumen |
committente |
EVA – Energie Valsabbia spawww.energievalsabbia.it |
direzione lavori |
Massimo Zanelli, Studio AD |
impresa costruttrice |
Belleri Bruno snc |
impianto termoidraulico |
Veneziani srl |
impianto elettrico |
Veneziani srl |
infissi |
Moliser snc |
arredo lavori metallici |
Maxi STM, Lavorazioni inox MR, Ribelli Franco |
finiture murarie |
INPAF |
arredo pareti mobili |
FARAM spa |
pavimenti |
Lombarda Pavimenti |
rivestimenti metallici |
Suppa Antonio |